Italia, tutto in 90′: un punto con l’Ucraina per volare a Euro 2024

A Leverkusen gli Azzurri hanno due risultati su tre per qualificarsi e difendere il titolo conquistato nel 2021. Come stanno vivendo le due compagini la vigilia: emozioni e sensazioni di un crocevia fondamentale per gli uomini di Spalletti in un contesto complesso e i timori di Rebrov per il contesto non semplice che vive la sua gente. 

credit Getty Images for FIGC

Dopo aver sfatato (finalmente) il tabù Macedonia del Nord, l’Italia di Spalletti è a un passo dalla qualificazione a Euro 2024 e alla possibilità di difendere il titolo conquistato nel 2021 con Mancini in panchina. A Leverkusen contro l’Ucraina basta un punto, quindi non perdere, agli Azzurri per staccare il pass e lasciarsi definitivamente alle spalle la mancata partecipazione ai Mondiali 2022 in Qatar. Anche i numeri sono dalla parte della nostra Nazionale: 7 vittorie e due pareggi in 9 confronti, l’ultimo il 2-1 di San Siro del 12 settembre, poco più di due mesi fa. Rispetto alla sfida dell’Olimpico contro Elmas e compagni, Spalletti presenterà qualche novità: sicuro il rientro di Di Lorenzo dopo la squalifica (gli lascia il posto Darmian), a centrocampo Frattesi (decisivo all’andata con una doppietta) è favorito con Bonaventura al fianco di Jorginho e Barella. Novità anche nel tridente d’attacco: inamovibile Chiesa, il migliore contro la Macedonia del Nord, il terzetto dovrebbe essere completato da Scamacca e Politano. Spalletti ha nel suo arco anche tante frecce in panchina: da Berardi a Raspadori, fino a Zaniolo ed El Shaarawy. Nomi a parte, conta solo una cosa: non perdere. Un pareggio consentirebbe a Spalletti e ai suoi uomini di volare direttamente in Germania, ma battere l’Ucraina regalerebbe all’Italia la terza fascia nel sorteggio di Amburgo del 2 dicembre e quindi un girone un po’ più morbido. Tornare da Leverkusen con un pareggio, invece, ci condannerebbe quasi sicuramente alla quarta fascia con tutte le complicazione del caso. Anche una sconfitta ci lascerebbe aperta la porta dei playoff, ma visti i precedenti (Svezia nel 2017 e Macedonia del Nord nel 2022) meglio evitare: stando alle classifiche di oggi gli accoppiamenti sarebbero Italia-Estonia e Polonia-Galles, poi le due vincenti in finale con sede da sorteggiare. Un po’ come è capitato nella corsa a Qatar 2022: prima la Macedonia del Nord, sulla carta avversario materasso (anche se così non è stato) e poi il Portogallo. Solo a ricordarlo vengono i brividi a milioni di tifosi della Nazionale.

Barella fa il punto della situazione: “Loro sono una squadra forte, ma noi siamo consapevoli delle nostre capacità e vogliamo difendere il titolo che ci siamo guadagnati con merito. Prima bisogna passare da questa sfida difficile, però, il calcio e la vita sono così. Ma siamo pronti”. Così il centrocampista della Nazionale, Nicolò Barella intervenuto ai microfoni di Sky Sport alla vigilia della partita decisiva per la qualificazione a Euro 2024 contro l’Ucraina. “Entreremo in campo per vincere, per non trovarci poi in situazioni scomode, sappiamo di avere due risultati a favore ma sarebbe meglio chiuderla subito per poi gestire al meglio la situazione”, ha aggiunto. Il giocatore dell’Inter torna poi sul successo contro la Mecedonia all’Olimpico: “Abbiamo preso due gol su calci d’angolo, ma non ho pensato mai a una situazione difficile. A questi livelli, in campo internazionale, quando sbagli vieni punito subito e per questo bisogna sempre migliorare. Io ho sempre avuto la sensazione di poter vincere ed è stata bella anzi la reazione nell’andare a cercare il quarto e il quinto gol invece di chiudersi dietro”, ha detto. Per quanto riguarda la formazione di domani e la possibilità di giocare con il suo compagno in nerazzurro Frattesi, Barella ha dichiarato: “Chiunque gioca in questa nazionale ha sempre fatto bene, anche Frattesi è un ottimo elemento. Non so quali saranno le scelte del mister, ma chiunque giocherà farà bene”. Infine ancora sugli avversari. “Hanno grandi individualità, basta vedere dove giocano i loro giocatori, sono veloci e hanno tecnica. Già a San Siro abbiamo dimostrato che fanno fatica se gestiamo noi la palla e dobbiamo cercare di fare questo”, ha concluso. Nella conferenza serale, Barella ha poi aggiunto: “Abbiamo la possibilità di avere il destino nelle nostre mani e questo è sempre un vantaggio. Vogliamo mostrare un calcio propositivo, aver subito qualche gol di troppo lo dimostra. Jorginho? I rigori si sbagliano e si segnano, bisogna ringraziarlo per l’esperienza che ci ha dato in questi anni, è servita per migliorarci. Non gli servono le nostre coccole. Il rigorista lo decide il mister, io sarei pronto ma ci sono in rosa giocatori più abituati di me a calciarli”.

L’Italia di Luciano Spalletti è scesa in campo per un ultimo allenamento prima della partenza di questo pomeriggio per Leverkusen, dove domani in campo neutro affronterà l’Ucraina. Agli azzurri basterà un pareggio per qualificarsi a Euro 2024. Il ct Spalletti ha potuto lavorare col gruppo completo su prove tattiche i movimenti e iniziazione di aggressione sul portatore di palla avversario, in particolar modo col tridente d’attacco formato da Politano, Raspadori e Chiesa che spesso andavano in pressing sul costruttore di gioco avversario. Per quanto riguarda la possibile formazione anti Ucraina Spalletti questa mattina non ha dato particolari indicazioni avendo mischiato i giocatori nelle due squadre che si sono affrontate con gli esercizi tattici. Di certo il ct recupera in difesa Di Lorenzo che ha scontato la giornata di squalifica. A centrocampo non è comunque da escludere un trio formato da Jorginho in cabina di regia con ai suoi fianchi Barella e Frattesi. Lo schema tattico di Spalletti sembra essere quello di rimanere il più possibile nella metà campo avversaria e favorire gli inserimenti in attacco dei suoi centrocampisti, Frattesi su tutti. Al centro dell’attacco tra Raspadori o Scamacca Spalletti deciderà solo una volta che la nazionale azzurra sarà arrivata in Germania.

La sala riunioni della Nazionale Ucraina, nell’hotel ricavato nella curva Nord della BayArena, si affaccia sul campo: sognare a occhi aperti è il minimo che la «Zbirna» possa fare, anche se è costretta a vincere per qualificarsi all’Europeo, evitando i playoff di marzo “Abbiamo le nostre possibilità di vittoria dice il c.t. Serhij Rebrov la squadra è pronta per dare il massimo per la nostra gente”. L’attesa degli immigrati ucraini è altissima e lo stadio potrebbe essere pieno: con tutti i 30mila posti occupati, considerato che anche la comunità di origine italiana è molto numerosa nella regione: la chiusura di un settore ucraino per gli insulti razzisti dei tifosi contro l’Inghilterra è già stata scontata con la Macedonia, quindi non ci saranno limitazioni di capienza. “Anche per questo sarà una partita molto diversa da quella di San Siro avverte Rebrov nella quale abbiamo commesso troppi errori. Qui avremo la nostra gente con noi e sarà diverso per i miei giocatori”.

Aleksander Ceferin, ha detto che: “L’Italia deve qualificarsi a Euro 2024. Altrimenti sarebbe un disastro. L’Italia è troppo importante: penso che vincerà con l’Ucraina“.

Rebrov replica con classe: A questo deve pensare la gente ucraina, non i nostri calciatori che devono restare concentrati e pronti per scendere in campo“. Poi continua: “Stiamo vivendo un momento difficile e vogliamo regalare delle emozioni positive alla nostra gente. Vogliamo essere di supporto in qual che modo sapendo che le partite della nazionale possono aiutare i nostri ragazzi, i nostri soldati. Non abbiamo bisogno di motivazioni extra per una partita del genere”. Sulla partita, conclude: “Ho grande rispetto per l’Italia, in cui ci sono ottimi giocatori, ma non ho bisogno di nessuno di loro. Sono forti, però io mi tengo i miei”.

Altre parole, ben più significative, Rebrov le tiene per sé: Il presidente Zelensky in questi giorni non l’ho sentito. Ha cose più importanti da fare. Sappiamo che ci segue e ci supporta. Giochiamo per tutto il popolo ucraino“. I contatti tra c.t e presidente non mancano, Rebrov è andato anche al fronte in visita alle truppe ed è l’anima di “Tribune of Heroes Foundation”, che raccoglie fondi per le vittime di guerra legate al calcio. Per lui “lo sport è politica” adesso più che mai e niente sarà più come prima: di recente ha ricordato anche l’ex compagno di Nazionale. Anatoly Tymoschuk, che lavora allo Zenit San Pietroburgo, in casa del nemico: “Il suo nome per me non significa più nulla”.

Avatar
Nello Paolo Pignalosa

Premier League