La Lazio prepara l’esordio in Champions League all’Olimpico contro l’Atletico Madrid. In conferenza si è presentato il tecnico Maurizio Sarri, tornato a parlare dopo il silenzio stampa di sabato a Torino. Le sue risposte alle domande.
Che risposte si aspetta dalla squadra?
Mi aspetto che la squadra prosegua nei miglioramenti togliendo i difetti di inizio stagione. I difetti più evidenti ora sono un approccio alla partita in cui facciamo fatica. E poi i momenti decisivi nelle zone decisive di campo. Troppo morbidi in area nostra e in quella avversaria. A livello di gioco negli altri 70 metri di campo stiamo facendo anche dei passi in avanti.
Simeone ha uno stile difensivo e differente. Cambiato opinione su di lui?
Dissi che il mio modo di vedere calcio era differente rispetto al suo, ma che avevo stima nei suoi confronti. Ha il suo modo di giocare, ma con quello ha fatto benissimo in Spagna e in Europa.
Affrontare un impegno così dopo un inizio difficile è un’occasione per svoltare?
Penso che bisogna andare gara per gara, pensare ai singoli eventi. Ora il calendario ci propone questo, abbiamo dei problemi da risolvere, ma anche la consapevolezza di aver fatto meglio contro Napoli e Juve rispetto alle prime due. Ora serve il passo decisivo. Contro le squadre forti ci sono sempre opportunità e rischi.
Meglio affrontare l’Atletico subito nel girone? Conta di più la tattica domani?
La nostra squadra è rimasta corta nelle ultime due. C’è stato un approccio meno deciso, per questo il baricentro è stato più basso all’inizio. Ma non ci siamo mai scomposti e non abbiamo concesso ripartenze agli avversari. Mi dispiace che stiamo subendo gol in situazioni facilmente evitabili, anche quando siamo disposti bene. Sono stati 54 i palloni giocati nell’area avversaria, senza tradurre in qualcosa di concreto… Questo mi fa rabbia, serve fare meglio nelle situazioni sporche nelle due aree. Domani giochiamo con l’Atletico, serve un risultato, se sia il migliore o il peggiore avversario ora non lo so. I risultati non sono positivi, dovrebbe essere teoricamente un brutto momento per noi, ma non dobbiamo pensare a questo. Fare un risultato positivo sarebbe importante in ottica qualificazione.
La squadra cosa può e deve fare per far rendere al meglio Immobile? In futuro insieme Guendouzi e Kamada insieme?
Immobile ha il destino dei grandi bomber, è un giocatore di cui non puoi fare a meno in cui segna, criticato quando non lo fa. È così per chi fa 30 gol a stagione, ora la squadra sta dando poca profondità, questo ci costa qualcosa a livello realizzativo. La squadra deve aiutarlo e deve farlo lui cercando profondità. Io penso che ci sia la possibilità di vederli insieme, quando Luis andrà in fatica ci sarà la chance (ride, ndr).
Cosa ha in mente per domani a livello tattico e di uomini?
Noi siamo più strategici che tattici. Sulla filosofia e non sulla singola partita, l’idea è far funzionare al meglio le nostre cose. Ora non ci stiamo riuscendo.
Il difetto di subire all’inizio è tornato.
Ti dovessi dire che il nostro approccio è stato sbagliato è stato troppo. Riguardando la partita è durata 12 minuti la situazione di difficoltà. Mancava furore agonistico. La squadra era abbastanza ordinata, ci mancava cattiveria 10 e non 5.
Perchè il problema all’inizio dei tempi?
Approccio secondo tempo anche un problema l’anno scorso, alla partita meno. Ci fosse una spiegazione logica sarebbe facilmente risolvibile, così invece con 30 testi è complicato capire il perché. Fondamentalmente ci alleniamo anche nella maniera giusta, con un bel piglio. Ne stiamo parlando per cercare di risolverla.
Perché non ha parlato dopo la Juve? La Champions per indirizzare la rabbia?
La partita di Torino la società ci ha chiesto di non commentarla e noi seguiamo. La Champions è un’altra storia, la competizione di club più importante, un onore e un piacere esserci dentro, come lottare su ogni palla per fare il massimo.
Come ha visto la squadra dopo il ko di Torino?
Quando si gioca ogni 70 ore c’è poco da vedere, dal punto di vista fisico non vedi nulla. Uno scarico e una seduta di preparazione. Mentalmente non c’è né tempo, né sarebbe giusto soffermarsi sulla partita precedente. Bisogna proiettarsi solo alla prossima.
Guendouzi davanti alla difesa?
Sì, è impossibile. Non rappresenta per caratteristiche quello che intendo io come vertice basso. I ragazzi hanno lottato per due anni per giocare questa partita, ora lo devono fare. Si deve pensare ai sacrifici fatti, il livello di motivazione quindi deve essere altissimo.
Dove può arrivare la Lazio in Champions?
Ci poniamo obiettivi di gara in gara, pensiamo solo a domani, trovare un risultato positivo è importante. Poi uno vede il Celtic e si accorge che è la squadra più forte del girone. Stiamo facendo tutte ipotesi ora, serve solo il massimo per domani.
Come è cambiata la Champions negli anni?
Grandi stravolgimenti non li ho visti, le partite sono sempre complicate, le squadre solitamente sono di livello qualitativo e fisico molto alto, gare semplici sono impossibili da trovare. Poi negli anni si è allargato il divario tra le 7-8 grandi e le altre, ma era difficile anche 7-8 anni fa.