Chapecoense, storia di una favola riuscita solo a metà

Quella che stava per diventare la nuova bella favola del calcio brasiliano, finisce a pochi km dalla città di Medellin.

I DISASTRI – 4 maggio 1949, 6 febbraio 1958, 28 novembre 2016, tre date distanti fra di loro ma unite a doppio filo, perché protagoniste di ben tre tragedie aree che hanno sconvolto il mondo del calcio e dello sport, stroncando al vita di ben tre squadre di calcio: Torino, Manchester e Chapecoense. Storie, anni, paesi ed epoche differenti, ma ciò non cambia che le vite di giovani atleti, dirigenti e giornalisti, che sono state spazzate via nel giro di pochi secondi, dinamiche diverse ma stesso unico terribile risultato. Ad aprire purtroppo la serie delle tragedie calcistiche del cielo, fu il Grande Torino, che incontrò la sua tragica fine al rientro da Lisbona il 4 maggio 1949. Il trimotore FIAT G. 212 delle Aviolinee Italiane che trasportava la formazione granata, trovò sulla propria rotta una fitta nebbia che avvolgeva la città di Torino e le colline circostanti, alle ore 17:05 fuori rotta per l’assenza di visibilità, l’aeroplano si schiantò contro i muraglioni di sostegno del giardino posto sul retro della Basilica di Superga. L’impatto causò la morte di tutti i 31 passeggeri, fra calciatori, staff tecnico, giornalisti ed equipaggio. Per la fama della squadra, la tragedia ebbe una grande risonanza sulla stampa mondiale, oltre che in Italia, il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l’ultimo saluto alla squadra, per le restanti partite il Torino fu costretto a schierare la formazione giovanile, lo stesso fecero le avversarie di turno, la formazione granata fu proclamata vincitrice del campionato a tavolino.

Nove anni più tardi il 6 febbraio 1958, un’altra tragedia si consumava nei cieli di Monaco di Baviera, il volo Be 609 della British European Airways ritenta il decollo, la pista è coperta di neve, dalla cabina di controllo sconsigliano la manovra, ma il pilota Rayment insiste e porta l’aereo fino in fondo alla pista, dove un’ala andò ad impattare contro le mura di una casa, in un attimo tutto s’incendiò. Un’esplosione pazzesca, l’aereo andò in mille pezzi e con esso una parte dei “Busby Babes” del Manchester United. Ben 58 anni più tardi la tragedia di Monaco, in Colombia il 28 novembre 2016, la squadra della Chapecoense, si appresta a giocare la finale della Coppa Sudamericana contro i colombiani dell’Atlético Nacional, ma purtroppo rimane coinvolta in un disastro aereo nei pressi della città colombiana di Medellin. Il quadrimotore su cui viaggiava la squadra, il Volo LaMia Airlines 2933, precipita mentre si avvicinava all’aeroporto José Maria Cordoba, a 50 km da Medellín con a bordo 77 passeggeri, di cui sei sopravvissuti, tra questi, tre calciatori della Chapecoense: Hélio Hermito, Zampier NetoJackson Ragnar Follman e Alan Luciano Ruschel. Errore umano o guasto tecnico? Questa è la domanda che tutto il Brasile adesso si pone, mentre in tanti si apprestavano a vivere quella che stava per trasformarsi in un bellissima favola calcistica.

LA STORIA – Il club venne fondato come Associação Chapecoense de Futebol il 10 maggio 1973, in seguito alla fusione tra l’Atlético Chapecoense e l’Independente. Nel 1977 la Chapecoense vinse il primo titolo aggiudicandosi il Campionato Catarinense, dopo aver sconfitto l’Avaí 1-0 in finale. Nel 1978 il club partecipò per la prima volta al Campeonato Brasileiro Série A, concludendo la stagione al 51º posto, mentre l’anno successivo concluse al 93º posto. Nel 2006, il club tornato a chiamarsi col suo nome originale, cioè Associação Chapecoense de Futebol, vince anche la Coppa di Santa Catarina. Nella stagione successiva conquista per la terza volta il campionato statale, che gli consente di partecipare al Campeonato Brasileiro Série C, dove viene eliminata nella prima fase. Nonostante l’insuccesso, nel 2011 la Chapacoense torna nuovamente alla vittoria conquistando nuovamente il campionato Catarinense, per poi ripetersi nel 2016. Con il trascorrere degli anni arrivano anche le promozioni di categoria, che portano il club fino alla  Série A, dove nel 2014 conclude la stagione al secondo posto alle spalle del più blasonato Palmeiras. Ma su tutte l’impresa che resterà nella storia è stata compiuta nella Coppa Sud-America 2016, la Chapacoense parte dal secondo turno, dove elimina in gara secca per 3-2 il Cuiabà, negli ottavi di finale il club brasiliano incrocia gli argentini dell’Independiente, le due gare finisco 0-0 ma ai calci di rigore sono i brasiliani a spuntarla imponendosi per 5-4. Nei quarti di finale la Chapecoense incrocia e supera con un totale di 3-1 i colombiani del Junior, volando cosi in semifinale dove incrocia il blasonato San Lorenzo. Sulla carta la qualificazione è tutta ad appannaggio del club argentino, ma la formazione brasiliana dopo lo 0-0 ottenuto tra le mura amiche, in Argentina blocca il match sul definitivo 1-1, la rete realizzata fuori casa premia la Chapecoense che vola così in finale ma anche verso il suo tragico destino, che si consuma la notte del 28 novembre, giorno in cui il destino beffardo spezza i sogni di gloria e la vita di tanti giovani calciatori, che senza dubbio avrebbero potuto scrivere ancora importanti pagine di storia. Ma proprio come i giocatori del Grande Torino e del Manchester, anche i ragazzi della Chapecoense continueranno a vivere nella legenda, perché vivere nel cuore di chi ama non è morire….

DAVIDE PITEO

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