Lazio, moriremo di crepacuore fino alla fine

Qualcuno aveva smesso di crederci. La distanza, in caso di sconfitta (che stava maturando minuto dopo minuto), sarebbe diventata insormontabile. Ma dopo sei mesi senza mai perdere, dispensando ovunque un calcio tanto bello quanto micidiale, la Lazio di Simone Inzaghi non sarebbe dovuta “morire” così, perlomeno non per mano della Fiorentina. Fiorentina che ha disputato una signor partita, bisogna ammetterlo; ma guardando la classifica, ci saremmo trovati di fronte a un’ingiustizia se fossero stati i ragazzi di Iachini a decapitare in maniera definitiva i sogni di questa squadra. Sogni che nonostante il duro colpo ricevuto a Bergamo, pulsano ancora di vita.

Già, perché ci aveva provato l’Atalanta, a decapitare la testa di questa Lazio, vendicandosi nel migliore dei modi di quella Coppa Italia che un anno fa, Milinkovic-Savic e Correa gli avevano tolto dalle mani. Da uno svantaggio di due goal i bergamaschi sono riusciti a imporsi per tre a due. Il come ormai è acqua passata, lo sappiamo tutti. L’importante è aver lasciato alle spalle quella brutta serata che ha regalato alla Juventus altri tre punti di vantaggio. A infliggere il colpo di grazia ci ha provato Fiorentina, rimettendoci la pelle.

La forza della disperazione

Al 25’ del primo tempo, Frank Ribery, dopo un lunghissimo periodo di degenza mette in apprensione tutto il popolo biancoceleste, incanalando la partita dalla parte dei suoi; la Lazio prova a reagire, ma fa molta fatica. Rispetto alla serata – anche se con gli attuali orari, nottata sarebbe più consono – di Bergamo, è una Lazio più brutta, nervosa, e soprattutto stanca. Pesano (e tanto) ancora le assenze di Lucas Leiva (che dovrebbe rientrare contro il Milan), Luiz Felipe e Marusic. A sbloccare la situazione è Caicedo, che al 67’ si guadagna un calcio di rigore – analizzato già fotogramma dopo fotogramma – che Immobile trasforma in rete. Si riparte dall’uno a uno, con appena venti minuti a disposizione. Venti minuti che avrebbero potuto mettere i virtuali sigilli sul campionato 2019/2020.

Come già detto, non è stata una bella Lazio, ma dopo il goal del pareggio targato Ciro, si è tornata ad avvertire quella sensazione di poter rimanere in campo con qualsiasi punteggio; tanto alla fine qualcosa succede sempre. Ed ecco che A tirare fuori dall’acqua la testa di una squadra rimasta per troppo tempo in apnea è Luis Alberto, che a dieci minuti dalla sentenza finale, con un tiro a filo d’erba batte Dragowski. Un goal frutto della disperazione, rappresentata alla perfezione nel momento in cui Simone Inzaghi è stato costretto a mandare in campo Radu e Correa per necessità, nonostante lo staff medico gli avesse consigliato vivamente di non utilizzare i due acciaccati. La Lazio è salva, il campionato pure.

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Matteo Paniccia

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