Roma: Vincere malgrado tutto! Dopo il Mondiale può cambiare tutto

Resistere fino al Mondiale rimanendo ancorati alle prime posizioni e alla fu Coppa Uefa per poi rientrare dalla sosta con una squadra a pieno regime

TIRANA, ALBANIA - MAY 25: Jose Mourinho, Head Coach of AS Roma looks on prior to the UEFA Conference League final match between AS Roma and Feyenoord at Arena Kombetare on May 25, 2022 in Tirana, Albania. (Photo by Valerio Pennicino - UEFA/UEFA via Getty Images)

Un tatuaggio unico, che nessuno ha ancora inciso sulla pelle. L’Europa è l’habitat naturale del Mago di Setubal. Champions League, Europa League e dall’anno scorso anche Conference League; Josè Mourinho ha vinto in lungo e in largo. La Coppa Uefa con il Porto apre le danze alla conquista del trofeo dalle grandi orecchie con gli stessi lusitani – una squadra giovane ma ricca di campioni. Anni dopo il proprio personale doblete con l’Inter – questa volta con una squadra pazzesca. Altro giro altra corsa con un Manchester United in cerca di nuova lunga dopo la monarchia di Ferguson; last but not list la vittoria con la Roma.

Vincere nella Capitale non è facile, anzi, e passi chi dice che il trofeo non è appetibile. Lí si giocava e lí ha vinto, alla vigilia della gara da dentro e fuori di Helsinki il tecnico lusitano suona la carica. Non si cercano giocate strepitose, non vuole schemi articolati ma solo il mero risultato. I tifosi si affidano a lui, i giocatori incarnano lo spirito di un mister che riesce a districare le situazioni complesse. Sembra che lo Special One lavori meglio con la pressione addosso. Un esempio nostrano? I giallorossi hanno perso tre confronti su quattro contro il Bodo vincendone solo uno: quello decisivo. Un uomo in grado di guidare una baracca che seppur scricchiolante resiste alle intemperie, perché tutto il mercato estivo è andato in vacanza in anticipo a causa degli infortuni.

Resistere fino al Mondiale rimanendo ancorati alle prime posizioni e alla fu Coppa Uefa per poi rientrare dalla sosta con una squadra a pieno regime. Celik, Wijnaldum, Matic, Dybala tutti out per infortuni. Abraham e Belotti possono giocare insieme – e questo lo si sapeva – ma la solita spocchia di chi non rivela dettagli. L’atterraggio in Finlandia a maniche corte e l’esaltazione del gruppo prendendo Nicolò Zaniolo come esempio; squalificato ma regolarmente in viaggio con i giallorossi perché la famiglia non si abbandona. Solidificare il “clan” per resistere tutti insieme. Via il bel gioco, via il tiki taka ma dentro carattere e cattiveria.

Per i 3 punti – ad oggi – servono quelli. I fab four, la fantasia, i colpi di classe sono tutti placebo per chi – alla fine – non raggiunge il risultato sperato. Un film trito e ritrito che ha bagnato Roma in questi anni. Come una finale, quante volte è stato detto questo assunto? Vincere malgrado gli infortuni, per una tifoseria che continua imperterrita a regustrare sold out. Denti serrati e carisma, per gonfiare quella rete non badando a chi segnerà se a farlo sarà la Roma.

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Bruno Bertucci

Amante di tre sport in particolare: calcio, pallone e football. Difensore ad oltranza del bel gioco e dei tifosi, quelli caldi. La scrittura unita alla passione non può che far nascere gemme preziose.