Grandi Storie: L’Ajax

di Pierluigi DE ASCENTIIS

Un grande viaggio attraverso le grandi storie del calcio, non può non far tappa ad Amsterdam, in Olanda, la città dell’Ajax; il Glorioso Ajax di Johan Cruijff, le tre Coppe dei Campioni consecutive, la Champions di Van Gaal,, l’Amsterdam ArenA… quando si parla di Ajax, si parla di leggenda!

È la squadra più titolata d’Olanda, uno dei quattro club ad essere riuscito a vincere tutti e tre i principali tornei europei per club, una delle tre società ad aver vinto tutte le competizioni Uefa più la Coppa Intercontinentale, una delle pochissime squadre ad aver realizzato, nel corso della sua storia, (e per ben due volte!) il treble o triplete, portandosi a casa nella stessa stagione, titolo nazionale, titolo continentale e titolo mondiale. La storia epica dell’Ajax di Amsterdam inizia proprio allo scoccare del XX secolo: è il marzo del 1900, quando cinque giovani appassionati di fußball, decidono di fondare nella capitale olandese un club calcistico; i cinque, parecchio amanti della mitologia greco-romana, decidono di chiamare la loro neonata società Ajax, ispirandosi per il nome ad Aiace Telamonio, valoroso guerriero e leggendario condottiero, figlio del Re di Salamina e di Peribea. Per i colori sociali optano senza indugio sul rosso, sul bianco e sul nero, i colori della città. Per quanto riguarda la maglia, invece, la mancata opzione della seconda divisa, non ancora in voga all’epoca, crea qualche problema: la casacca utilizzata nei primi anni, infatti, con le sue righe verticali bianche e rosse, cozza con quella dello Sparta, assai simile; si decide allora, qualche anno più tardi di modificarla; si opta per una divisa completamente bianca con una singola banda verticale rossa: 114 anni dopo, quella divisa, è una delle più conosciute e famose al mondo.

Dopo le prime stagioni passate a cavallo tra la terza e la seconda divisione e dopo una breve apparizione in massima serie, stroncata da un’immediata retrocessione, la svolta per il club giunge nel 1915, quando alla guida della squadra arriva l’inglese Jack Reynolds. Con lui i lancieri fanno immediato ritorno in prima divisione, nel 1917, e si portano a casa, quella stessa stagione la prima Coppa Nazionale; l’anno seguente vincono il primo campionato e si ripetono poi l’anno dopo; la storia d’amore tra Reynolds e l’Ajax è un vero e proprio tira e molla: il britannico va via e ritorna diverse volte: se ne va nel ’25 e torna nel ’28 e prima che scoppi la Seconda Guerra Mondiale, guida i Figli degli Dei, alla vittoria di altri cinque titoli; poi dopo il conflitto, torna di nuovo alla guida dei biancorossi e li conduce ancora al trionfo, l’ottavo, nel campionato nazionale, nella stagione ’46/’47, quando lancia in prima squadra un giovane fenomenale centravanti, Rinus Michels.
La stagione ’54/’55 è quella della nascita del professionismo in Olanda e a breve vede la luce l’Eredivisie, il massimo campionato dei Paesi Bassi, che l’Ajax vince subito nel 1957. Dopo aver conquistato il decimo titolo nazionale sotto la guida di un altro inglese, Vic Buckingham, si arriva alla stagione 1964-65, quando in prima squadra si affaccia un giovane di belle speranze, il cui talento brilla, in una squadra con qualche difficoltà; quel ragazzo è Johan Cruijff; intorno al suo talento Michels, divenuto ormai manager del club, costruisce una squadra formidabile che passa alla storia come il Glorioso Ajax; inventore del calcio totale, Michels rivoluziona il modo di giocare dei suoi giocatori: gli attaccanti fanno anche i difensori, i difensori fanno anche gli attaccanti; tutti partecipano alle due fasi di gioco, ognuno degli undici in campo può, senza troppi grattacapi, ricoprire qualsiasi ruolo in campo. Il genio di Michels e l’estro di Cruijff hanno sul calcio europeo e mondiale l’effetto deflagrante di una bomba: fino al 1973, i Lanceri vincono tre Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea e una Coppa Piano Rappan, oltre che un infinito numero di campionati e coppe nazionali.

Questo periodo epico termina alla fine della stagione ’72/’73, quando sia Michels che Cruijff lasciano il club alla volta di Barcellona, seguiti a stretto giro da Neeskens, altro fenomenale interprete del totaler fußball. A sostituzione di Cruijff in attacco, arriva Ruud Geels, che nelle quattro stagioni coi biancorossi, raccoglie alla grande la pesante eredità, vincendo per quattro anni di seguito la classifica cannonieri in Eredivisie. Tuttavia, se in patria l’Ajax continua a macinare titoli e trofei, in campo europeo i risultati sono parecchio deludenti, sopratutto per chi è abituato ad arrivare puntualmente in fondo ai tornei continentali. Così al termine della stagione ’84/’85, la società decide di affidare la guida tecnica proprio a Johan Cruijff, che ha da qualche mese appeso le scarpette al chiodo. Come Michels per lui, Cruijff è il mentore di un altro grandissimo attaccante che il fenomenale settore giovanile produce in quegli anni. Quel giovane è Marco Van Basten… Grazie ad una sua rete, nel maggio del 1987, il club torna a sollevare un trofeo internazionale: è la Coppa delle Coppe, che l’Ajax vince sconfiggendo in finale i tedeschi d’Oriente della Locomotive Lipsia. Dalla leggendaria academy biancorossa, viene fuori poi un altro strepitoso centravanti, che con i suoi gol guida i Lanceri fino alla finale della Coppa delle Coppe della stagione successiva, Dennis Bergkamp. In panchina c’è Leo Beenhakker, che ha preso il posto di Cruijff, e la squadra riesce a superare qualsiasi ostacolo nella competizione prima di impattare contro i belgi del Malines, che si prendono il trofeo. Nell’estate del 1991, viene nominato allenatore il vice di Beenhakker, Louis Van Gaal.

Il suo periodo alla guida della squadra costituisce un altro momento d’oro per il club, che dopo aver vinto la Coppa Uefa nel 1992, torna di nuovo sul tetto d’Europa, vincendo la Champions League nel 1995, e poi del Mondo, con la vittoria in Coppa Intercontinentale del novembre di quell’anno. Dopo aver vinto il suo terzo titolo nazionale, e dopo aver perso a Roma contro la Juventus, la finale della Champions League, che raggiunge per il secondo anno consecutivo, Van Gaal lascia. Al suo posto arriva Morten Olsen, ma complice il nuovo regolamento sui contratti dei calciatori, per i Lancieri inizia un lungo digiuno europeo, che continua tutt’oggi. Tuttavia i tifosi si possono consolare con una lunga serie di vittorie nazionali (dopo il poker di vittorie consecutive in campionato ottenuto nelle ultime quattro stagioni, la società ha raggiunto un numero di 33 Eredivisie vinte) e con la possibilità di poter ammirare le prodezze di alcuni giovani fenomeni che il club lancia nel palcoscenico del calcio mondiale: da Zlatan Ibrahimovic a Luis Suarez, passando per Klaas-Jan Huntelaar e Wesley Sneijder, tutti spiccano il volo partendo dal vivaio dei Lanceri, che è conosciuto ovunque come uno dei più efficienti e moderni. Dal 1996, poi, i biancorossi disputano i loro incontri casalinghi nella sontuosa Amsterdam Arena, uno stadio da 51.000 posti, ipertecnologico e all’avanguardia. Un’avanguardia che da sempre caratterizza il club; da ogni punto di vista lo si osservi, l’Ajax è uno dei più riusciti esempi di modernità applicata al calcio; una modernità che gli ha permesso di scrivere alcune tra le più belle pagine nella grande storia del calcio mondiale.

PALMARÉS

CAMPIONATO OLANDESE: 33

COPPA D’OLANDA: 18

SUPERCOPPA D’OLANDA: 8

CHAMPIONS LEAGUE: 4

COPPA INTERCONTINENTALE: 2

SUPERCOPPA EUROPEA: 2

COPPA UEFA: 1

COPPA DELLE COPPE: 1

COPPA PIANO KARL RAPPAN: 1

Avatar
Redazione

Notizie sport in tempo reale, Calcio, Serie A, Serie B, Premier League, Liga, Bundesliga e molto altro.