Road to Qatar 2022: Francia 1938

Scopri con Football-Magazine l’affascinante storia dei Mondiali di calcio dalla prima edizione del 1930 fino a Qatar 2022.

Nel 1936, durante i Giochi Olimpici di Berlino, venne affidata alla Francia l’organizzazione del Mondiale del 1938. Fu una scelta che scatenò subito polemiche, secondo i dirigenti sudamericani, che lamentavano il fatto dalla mancanza del principio dell’alternanza Europa-Sudamerica, l’Argentina che a lungo aveva coltivato l’ambizione di ospitare la terza edizione del campionato, ritirò dalla competizione la nazionale, subito imitata dall’Uruguay. Per la prima volta, la nazionale del paese ospitante e quella Campione uscente (in questo caso, Francia e Italia), vengono ammesse di diritto alla fase finale, alla quale presero parte 13 squadre europee, due sudamericane e per la prima volta un’asiatica, le Indie orientali olandesi (oggi Indonesia). Le altre tre esordienti furono Cuba, Norvegia e Polonia, la quale diede vita a un avvincente ottavo di finale contro il Brasile. La struttura francese s’impegna in uno sforzo economico non indifferente, gli impianti vengono rimodernati, lo Stade de Colombes di Parigi è ampliato, mentre quelli di Bordeaux e Marsiglia sono ristrutturati. Gli avvenimenti politici che stavano portando l’Europa verso la seconda guerra mondiale, condizionarono inevitabilmente il Mondiale, la forte Austria del commissario tecnico Hugo Meisl e di Matthias Sindelar (probabilmente, il più grande giocatore austriaco di tutti i tempi), quarta in Italia nel Mondiale del 1934 e medaglia d’argento a Berlino, dovette rinunciare, unita con l’Anschluss ( l’annessione dell’Austria alla Germania nazista nel 1938 per formare la, Grande Germania) che convocò i migliori giocatori austriaci, la Spagna lacerata dalla guerra civile non poté neanche prendere parte alle qualificazioni.

All’esordio di Marsiglia, gli azzurri furono duramente contestati dal pubblico francese per il saluto romano, vinsero, per la seconda volta consecutiva e nonostante un calendario molto difficile, gli Azzurri di Vittorio Pozzo, che incontrarono i problemi più grandi proprio a Marsiglia, dove servirono i tempi supplementari per avere la meglio sull’esordiente Norvegia. Nei quarti di finale, l’Italia si presentò con la divisa di cortesia nera voluta dal regime fascista, finì per avere la meglio (3-1) sui padroni di casa in una partita dura, e caratterizzata da una goffa papera del portiere francese Di Lorto, su un tiro non irresistibile di Gino Colaussi. La cavalcata azzurra continuò nella semifinale, dove superò l’ambiziosissimo Brasile, che aveva già prenotato i biglietti aerei per Parigi e lasciò riposare i suoi migliori giocatore, Leônidas e Tim, proprio in vista della finale. Per la sconfitta ad opera di Meazza, che durante la partita segnò un rigore tenendosi con la mano i calzoncini a causa della rottura dell’elastico, e inamovibili alle suppliche del CT italiano Pozzo, i brasiliani non vollero cedere i biglietti aerei agli italiani, costretti dunque a raggiungere Parigi in treno.

L’Italia non lasciò scampo all’Ungheria nella finale di Colombes, dove ottenne il secondo titolo consecutivo, grazie alle doppiette di Silvio Piola e Gino Colaussi, in particolare il 2-1 fu il risultato di una bellissima azione corale svoltasi nell’area ungherese e conclusa con un tiro all’incrocio imparabile del centravanti della Lazio. L’Italia bissò così il successo del 1934 dando prova del grande valore che la Nazionale aveva in quel decennio d’oro. Nel complesso, la Coppa del Mondo francese, conobbe un enorme successo di pubblico, e fu grazie ad essa che il mondo ebbe l’ultima opportunità di vedere un ultimo spettacolo di fratellanza internazionale prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, nel 1939, il conflitto interruppe il corso della manifestazione. L’edizione del 1942, che sarebbe stata assegnata al Brasile o alla Germania, non ebbe mai luogo, il Mondiale sarebbe tornato soltanto nel 1950.

Davide Piteo
Davide Piteo

Nato a Foggia un caldo 9 Luglio del 1981, sono cresciuto con la passione per il calcio e ciclismo, amando la Nazionale degli anni 90 particolarmente quella del Mondiale 90 ossia dell Notti Magiche, mondiale che per tanti si aprii con il Giro d'Italia dello stesso anno vinto da Gianni Bugno. Nel corso degli anni la voglia di raccontare mi ha spinto al giornalismo cominciando con il Giornalino della Parrocchia di San Michele e proseguito con tante esperienze locali e Nazionali,fino ad arrivare al mio approdo in Football Magazine nel 2012. Da quel momento in poi sono rimasto legato solo e soltanto a FM dove mi occupo di Ligue 1, ma nel corso degli anni ho seguito anche la MLS, Gold Cup, Europei e Mondiali. Obiettivi? continuare la mia crescita con FM dove occuparmi anche di altri campionati.