Il campionato mondiale di calcio 2006, noto anche come Germania 2006, è stata la diciottesima edizione del massimo torneo calcistico, che si disputò dal 9 giugno al 9 luglio 2006. Tale edizione sarà definita dal popolo italiano come quella della vendetta, infatti gli azzurri di Lippi in un solo colpo vincono il mondiale a spese della Francia, che sei anni prima vinse al golden gol la finale degli Europei contro gli azzurri, eliminando la Nazionale di Cesare Maldini ai quarti di finale nel Mondiale 98. Ma al tempo stesso i ragazzi di Lippi, vinco in Germania, compiendo cosi una seconda vendetta, visto che proprio i tedeschi conquistarono il Mondiale del 90 giocato in Italia, dove la bellissima nazionale di Azeglio Vicini, arrivò amaramente terza, perdendo solo ai calci di rigore la semifinale contro l’Argentina di Maradona. Al tempo stesso gli azzurri di Lippi riuscirono anche nell’impresa di vincere ai calci di rigore, penalty che furono fatali nel: 90,94 e 98. Il 7 luglio 2000 l’incontro per decidere chi avrebbe ospitato i Mondiali 2006 si tenne per la sesta volta consecutiva a Zurigo. Le nazioni candidate erano quattro dopo il ritiro della propria candidatura da parte del Brasile, avvenuta tre giorni prima della votazione. Erano previsti tre turni di voto in ognuno dei quali veniva eliminata la squadra che aveva ricevuto meno voti. I primi due turni si svolsero il 6 luglio, e l’ultimo il 7 luglio. Il primo ad essere eliminato fu il Marocco che ottenne solo tre voti su 24; l’Inghilterra venne eliminata al secondo turno con soli due voti. All’ultimo turno la Germania batté per 12 voti a 11 il Sudafrica, ma il successo tedesco fu macchiato da un tentativo di corrompere un membro della giuria. Infatti, la notte prima della votazione, la rivista satirica tedesca Titanic mandò delle lettere a rappresentanti della FIFA, offrendo loro dei doni (come cestini con prodotti tipici teutonici) nel caso avessero votato per la Germania. Il delegato dell’Oceania Charles Dempsey, che supportava la candidatura del Sud Africa, si astenne per “intollerabili pressioni” alla vigilia della votazione. Se Dempsey avesse votato, sarebbe finita 12 – 12, e sarebbe toccato al presidente della FIFA Sepp Blatter, che sosteneva la candidatura del Sudafrica, scegliere quale sarebbe stata la nazione ospitante.
Il 12 giugno cominciarono le partite del gruppo E con Stati Uniti-Rep. Ceca, vinta dai cechi per 3-0. In serata toccò all’Italia contro il Ghana, con gli Azzurri che vinsero l’incontro per 2-0, con reti di Andrea Pirlo nel primo tempo e Vincenzo Iaquinta nel secondo. Il 17 giugno il Ghana superò per 2-0 i cechi mentre l’Italia, a Kaiserslautern, dopo essere passata in vantaggio con Alberto Gilardino, venne raggiunta dagli Stati Uniti a causa di un autogol di Cristian Zaccardo. La gara fu intensa sul piano agonistico, tanto che le due squadre conclusero in 10 contro 9. Nell’Italia fu espulso Daniele De Rossi per una gomitata allo statunitense Brian McBride che gli costò 4 giornate di squalifica. Ad Amburgo, all’ultima giornata, contro una Rep. Ceca anch’essa in cerca della qualificazione, gli azzurri dovevano vincere per evitare i campioni in carica del Brasile negli ottavi di finale. Nel primo tempo segnò di testa Marco Materazzi (subentrato dopo pochi minuti a Nesta fermato da un infortunio, il terzo in altrettanti mondiali consecutivi per il difensore del Milan), mentre all’87’ Filippo Inzaghi realizzò la rete del 2-0 che qualificò l’Italia come vincitrice del girone con 7 punti. Nell’altra partita il Ghana riuscì a sconfiggere gli statunitensi per 2-1 e ottenne la qualificazione per la prima volta. Gli ottavi abbinarono: Germania-Svezia, Argentina-Messico, Italia-Australia, Ucraina-Svizzera, Inghilterra-Ecuador, Portogallo-Paesi Bassi, Brasile-Ghana, Francia-Spagna. Gli ottavi di finale si disputarono tra il 24 e il 27 giugno: si qualificò per prima la Germania eliminando la Svezia battendola per 2-0 con doppietta di Lukas Podolski nei primi 12 minuti, mentre in serata l’Argentina, dopo una brillante prima fase, soffrì contro il Messico andando in svantaggio dopo 6 minuti. Ciononostante riuscì a pareggiare con Hernán Crespo e, ai supplementari, Maxi Rodriguez segnò la rete del 2-1 che permette alla Selección di qualificarsi e affrontare i padroni di casa a Berlino. L’Inghilterra sconfisse con una rete su calcio di punizione di David Beckham l’Ecuador, mentre il Portogallo eliminò i Paesi Bassi in una gara molto accesa, conclusa in 9 contro 9. Il 26 giugno l’Italia tornò a Kaiserslautern per sfidare l’Australia. L’incontro si rivelò più difficile del previsto per i favoriti Azzurri, costretti dall’inizio del secondo tempo, a causa dell’espulsione di Marco Materazzi (colpevole di aver interrotto una chiara occasione da rete per gli avversari), a giocare in inferiorità numerica. Quando la partita pareva ormai indirizzarsi verso i supplementari, allo scadere del recupero l’australiano Lucas Neill arginò fallosamente in area uno spunto dell’italiano Fabio Grosso: ne nacque un calcio di rigore che Francesco Totti trasformò per l’1-0 che valse il passaggio al turno successivo.
In serata Svizzera – Ucraina, dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari e supplementari, fu decisa ai rigori per 3-0 in favore degli ucraini. La squadra di Shevchenko si qualificò per la prima volta ai quarti di finale, mentre gli elvetici lasciarono Germania 2006 pur vantando un singolare record: in quattro partite non hanno mai subìto gol, risultando la miglior difesa del torneo. Il Brasile eliminò il Ghana 3-0, grazie anche alla rete che vale a Ronaldo, autore del primo gol, il titolo di capocannoniere della storia dei mondiali con 15 reti in tre edizioni (4 nel 1998, 8 nel 2002 e 3 nel Mondiale tedesco), mentre nella sfida tra Spagna e Francia, dopo l’iniziale vantaggio spagnolo, i transalpini vinsero 3-1, accedendo al turno successivo. I quarti di finale abbinano: Germania-Argentina, Italia-Ucraina, Inghilterra-Portogallo, Brasile-Francia. Le partite valide per i quarti di finale si disputarono il 30 giugno e il 1º luglio. Nel primo incontro a Berlino l’Argentina cercò la rivincita della finale del campionato del mondo 1990 persa a Roma contro i tedeschi. Al 49′ la squadra di Pekerman passò in vantaggio con Roberto Ayala ma all’80’ Klose segnò il gol del pareggio che portò la gara ai tempi supplementari e, successivamente, ai rigori. Dal dischetto i tedeschi realizzarono 4 rigori su 4, mentre Jens Lehmann parò due tiri di rigore. Il portiere dichiarerà poi che si era preparato dei bigliettini su cui aveva studiato, il giorno prima, i movimenti dei calciatori sudamericani nell’eventualità che la gara si decidesse ai rigori. In serata l’Italia fece ritorno ad Amburgo contro l’Ucraina, e andò in vantaggio dopo pochi minuti con Gianluca Zambrotta per poi nel secondo tempo, dopo aver subito il pressing ucraino, chiudere la partita con due gol di Luca Toni, qualificandosi per la semifinale contro la Germania. Il giorno dopo la gara tra Inghilterra e Portogallo, finita 0-0 dopo i tempi supplementari, fu decisa ai rigori a favore dei lusitani per 3-1, che si qualificarono alle Semifinali per la prima volta dopo l’edizione del 1966. Per gli inglesi si trattò della terza eliminazione ai tiri dal dischetto dopo quelle del 1990 e del 1998. Nell’ultima gara tra Francia e Brasile i Verdeoro, grandi favoriti alla vigilia e alla ricerca della rivincita della finale del campionato del mondo 1998, furono sconfitti per 1-0 da un gol di Thierry Henry e abbandonarono il torneo dopo tre finali consecutive nelle precedenti edizioni, due delle quali vinte (1994 e 2002).
Per la quarta volta nella storia dei Mondiali le semifinaliste furono Nazionali dello stesso continente: era già successo nel 1934, nel 1966 e nel 1982. Il 4 luglio a Dortmund si sfidarono Germania e Italia, in uno stadio tradizionalmente favorevole ai tedeschi, sempre vittoriosi nella città della Renania Settentrionale-Vestfalia. Gli Azzurri sembrarono prevalere sui tedeschi, ma al 90′ il risultato rimase fermo sullo 0-0. Si giocarono quindi i tempi supplementari, durante i quali Gilardino e Zambrotta colpirono rispettivamente un palo e una traversa. Al 119′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Andrea Pirlo servì Grosso che, tirando di sinistro dal limite dell’area piccola, portò l’Italia in vantaggio. L’urlo della sua esultanza ricordò a molti, in Italia, quello di Marco Tardelli nella finale di Madrid del 1982. Un minuto dopo, con i tedeschi sbilanciati in attacco, partì un veloce contropiede italiano in cui Fabio Cannavaro rubò palla, la cedette a Totti che la passò in avanti a Gilardino, il quale si portò al limite dell’area di rigore, quindi servì Alessandro Del Piero, smarcatosi sulla sinistra dopo una cavalcata partita dalla sua area di rigore, segnando il definitivo 2-0. L’Italia tornò quindi in finale dopo 12 anni eliminando la Germania per la terza volta nella storia dei Mondiali (in precedenza l’aveva sconfitta nel 1970 in semifinale e nel 1982 in finale). L’altra semifinale, giocata a Monaco di Baviera il 5 luglio, vide la Francia superare per 1-0 il Portogallo. Decisiva risultò una rete di Zinédine Zidane su calcio di rigore al 33′. I francesi si qualificarono così per la seconda finale in tre edizioni. In questa partita ci fu il controverso episodio dell’insulto (in lingua spagnola) da parte di Zidane rivolto all’arbitro uruguaiano Jorge Larrionda, il quale probabilmente fece finta di non sentire. Nella finale giocata il 9 luglio all’Olympiastadion di Berlino, l’Italia cercò la rivincita contro la Francia, dopo avere perso la finale di Euro 2000. La Francia passò in vantaggio con un gol di Zidane al 7′ minuto su calcio di rigore. Zidane calciò il rigore a cucchiaio e la palla colpì prima la traversa e poi terminò dietro la linea di porta. L’Italia reagì pareggiando con Materazzi al 19′ sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Dopo un primo tempo in cui l’Italia sembrava aver giocato meglio (un altro colpo di testa di Materazzi è salvato sulla linea e un colpo di testa di Toni finisce sulla traversa), nel secondo tempo gli Azzurri soffrono, chiudendosi in difesa e lasciando spazio alle giocate transalpine, che però non riescono a produrre azioni da gol, grazie a una difesa italiana ben schierata.
Nonostante il dominio francese, l’Italia si vede annullare un gol di testa di Luca Toni per fuorigioco. Anche durante i supplementari i francesi continuarono ad attaccare creando due pericoli: un tiro di Franck Ribéry, di poco fuori e un colpo di testa di Zidane, sventato grazie a una grande parata di Gianluigi Buffon, eletto miglior portiere del torneo. Al 111′ Zidane fu espulso dall’arbitro Horacio Elizondo, su indicazione del quarto ufficiale di gara, per aver colpito intenzionalmente Materazzi con una testata. Al termine dei 120 minuti il risultato è ancora fermo sull’1-1 e, per la seconda volta nella storia, l’assegnazione della Coppa del Mondo è decisa ai tiri di rigore, dopo i Mondiali 1994, in cui l’Italia aveva perso contro il Brasile per 3-2. Dopo 4 rigori a testa l’Italia è a punteggio pieno, mentre la Francia è ferma a 3 (Trezeguet fallì il secondo tiro dei bleus colpendo la traversa, mentre segnarono Pirlo, Materazzi, De Rossi e Del Piero per l’Italia e Wiltord, Abidal e Sagnolper la Francia). Fabio Grosso, che aveva già deciso le sfide con l’Australia e con la Germania, segnò il rigore del definitivo 5-3 e permise all’Italia di vincere il 18º campionato mondiale di calcio, il quarto della storia Azzurra dopo i successi del 1934, 1938 e 1982. Zidane, che alla vigilia della manifestazione aveva annunciato che avrebbe lasciato il calcio giocato con quella finale, all’età di 34 anni, terminò la propria carriera con la sconfitta e l’espulsione. Ciononostante il capitano francese fu premiato dalla FIFA come Miglior Giocatore dei Mondiali, davanti a Fabio Cannavaro e Andrea Pirlo; a quest’ultimo va anche il riconoscimento come migliore in campo della finale. La stampa sportiva mondiale cercò, nelle settimane successive alla finale, di scoprire la frase rivolta da Materazzi a Zidane per suscitarne una così violenta reazione. Gli istanti del rigore finale di Fabio Grosso furono in seguito riprodotti nel video di Waka Waka, la canzone di Shakira inno dei Mondiali di calcio 2010. Secondo la critica la vittoria fu raggiunta dall’Italia di Lippi attraverso un gioco corale molto organizzato, un’eccezionale forza fisica e, come nella migliore tradizione italiana, una solida difesa che in sette partite concesse soltanto un gol su rigore e un’autorete. Un altro fattore decisivo per la vittoria finale fu la capacità di non dipendere da un solo giocatore, come conferma il fatto che i dodici gol dell’Italia nel torneo furono segnati da dieci calciatori diversi.