Usa ’94 fu la quindicesima edizione del campionato mondiale di calcio organizzato dalla FIFA ogni quattro anni, si svolse negli Stati Uniti d’America dal 17 giugno al 17 luglio 1994, fu il primo Mondiale della storia in cui vennero assegnati i 3 punti per la vittoria durante la fase a gironi è anche l’ultima edizione a 24 squadre, ampliata a 32 dal mondiale successivo. A causa del fuso orario, per permettere agli europei di assistere alle partite si gioca fra la mattina e il primo pomeriggio, penalizzando la forma fisica dei calciatori a causa degli alti valori di temperatura e umidità. Usa ’94 è il primo campionato del mondo di calcio cui partecipano l’Arabia Saudita, la Grecia e la Nigeria. Soprattutto è il primo mondiale della Russia (nel ’90 era ancora Urss) e della Germania (nel ’90 era ancora Germania Ovest),venendo definito come il primo mondiale post Guerra Fredda, coincidenza vuole che si giochi negli Usa , che la Guerra Fredda l’hanno vinta – e che sia anche il primo mondiale che non si svolge in Europa o in America Latina. Fu anche il primo in cui si gioca in uno stadio coperto, il Silverdome di Detroit, ma fu anche il mondiale dell’ultimo gol di Maradona e della prima squalifica per doping, È il mondiale dell’autogol più tragico di sempre, quella di Andres Escobar, che una volta rientrato in Colombia venne brutalmente assassinato. Il mondiale statunitense però fu anche quello di uno dei gol più belli della storia, quello realizzato da Saeed Al Ovairan contro il Belgio, che consentirà all’Arabia Saudita di raggiungere gli ottavi di finale, ma fu anche il mondiale del gol più “anziano” della storia della competizione, realizzato da Roger Milla a 42 anni, 1 mese, 8 giorni. Ma fu in assoluto anche il Mondiale che vide per la prima volta realizzare in una partita una cinquina, firma da Salenko in Russia – Camerun. È il mondiale in cui l’Italia si scaglia contro Brizio Carter, arbitro messicano reo di aver espulso Zola dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo, per un fallo inesistente, ai quarti si qualificano sette europee e una sudamericana, che poi lo vincerà, perpetrando la regola infranta dalla Germania, che vedeva le europee vincere solo i mondiali che si giocavano nel fuso orario europeo. È il mondiale in cui capocannoniere è Hristo Stoichkov, brutto ceffo in una meravigliosa Bulgaria di brutti ceffi, ma Usa 94 vide per la prima volta nella storia del calcio un’ esultanza coreografata, Bebeto contro l’Olanda, appena diventato padre, mima insieme ai suoi compagni di squadra il gesto di cullare un bambino. È il primo mondiale in cui una gomitata, quella di Tassotti a Luis Enrique, viene sanzionata con la prova tv, ma Usa 94 vide un altro grande record, ossia quello di Baresi, il difensore recupererà dall’intervento al menisco in soli 25 giorni, record assoluto.
Ma fu anche il primo mondiale in cui la finale viene decisa ai rigori. Ma quello nord-americano fu anche e soprattutto il Mondiale di Arrigo Sacchi e della sua Italia, gli azzurri debuttano il 18 giungo contro l’Irlanda a New York, Arrigo Sacchi manda in campo la coppia d’attacco formata da Roberto Baggio e Giuseppe Signori. Dopo 11 minuti Houghton tenta un tiro dalla lunga distanza, approfittando di un errore di Baresi: Pagliuca battezza la palla fuori, ma questa entra in rete. L’Italia non reagisce e la traversa nega il raddoppio a Sheridan, Pagliuca compie una parata importante sul colpo di testa di Staunton. Gli azzurri perdono per 1-0. Giovedì 23 giugno l’Italia torna in campo ancora a New York, con l’obbligo di vittoria contro la Norvegia. Sacchi dirotta in fascia Signori, e mette Casiraghi al fianco di Baggio. Benarrivo sostituisce nella fascia sinistra Tassotti. L’Italia sfiora la rete del vantaggio più volte in avvio di partita: al 13° il portiere norvegese Thorstvedt salva la sua porta sul colpo di testa ravvicinato di Berti deviando il pallone sul palo. Al 21º Leonhardsen punta verso la porta avversaria, Pagliuca esce sul centrocampista e tocca la palla con la mano fuori area. In osservanza alle nuove regole è espulso. Al 69° Dino Baggio, subito dopo l’ingresso in campo in attacco di Massaro al posto di Pier Luigi Casiraghi, segna il gol del successo per 1-0 degli azzurri con un vincente colpo di testa in area di rigore, sulla precisa punizione battuta da Signori da fuori area. Il secondo portiere azzurro Marchegiani, che era entrato al posto di Roberto Baggio dopo l’espulsione del portiere titolare Pagliuca, salva il risultato parando il potente tiro di Jakobsen. L’Italia tiene molto bene il campo malgrado l’inferiorità numerica e ottiene una vittoria fondamentale. Ad un turno dalla fine tutte le squadre del girone sono a quota tre punti, dopo che il Messico ha battuto l’Irlanda per 2-1 con una doppietta di Luis García. Il 28 giugno, a Washington, l’Italia affronta il Messico. Nel primo tempo Campos para il tiro di Berti e Marchegiani salva il risultato sul tiro potente di Aspe. La partita termina 1-1 dopo il momentaneo gol del vantaggio degli azzurri firmato da Daniele Massaro che segna al 48′ su un preciso assist di Albertini a cui risponde il Messico con il pareggio di Bernal al 58′ dopo che l’Italia sempre con Massaro aveva sfiorato il raddoppio qualche minuto prima.
Tutte le squadre pertanto hanno 4 punti in classifica e con la differenza reti uguale per tutte e quattro le squadre, diventano decisivi i gol segnati: Irlanda-Norvegia infatti finisce 0-0, e messicani ed irlandesi (per il confronto diretto favorevole con l’Italia) passano il turno, la Norvegia resta fuori in quanto quarta e il passaggio del turno per gli italiani è appeso ad un filo: per il ripescaggio come migliori terze, servono due squadre classificate terze con punteggio inferiore. La prima è la Corea del Sud, che ha chiuso il gruppo C terza con 2 punti. Gli occhi sono puntati sulla partita Russia – Camerun del girone B; per l’Italia, la qualificazione è legata ad un risultato utile della Russia, che trascinata da Oleg Salenko che segna cinque gol, batte il Camerun. Grazie alla goleada russa, passa quindi il turno l’Italia, che approda con 4 punti agli ottavi di finale in qualità di terza classificata nel girone E. l 5 luglio, a Boston, l’Italia, che si è qualificata agli ottavi fra le quattro migliori terze, affronta la Nigeria. Dopo la prima metà del primo tempo, priva di emozioni nonostante un promettente avvio di partita dell’Italia, al 26º Maldini tocca accidentalmente un pallone proveniente da un corner. La sfera finisce ad Amunike, che batte Marchegiani in uscita. In avvio di secondo tempo Dino Baggio al 47° colpisce il palo per l’Italia sugli sviluppi di uno schema nato da calcio d’angolo. Al 63º debutta Zola al posto di Signori. Dopo appena 12 minuti l’arbitro messicano Arturo Brizio Carter lo espelle per un fallo di reazione, dopo avergli negato un rigore per fallo di Eguavoen. La Nigeria continua a difendersi aspettando il 90º, ma quando mancano 100 secondi al termine Roberto Baggio, dopo aver ricevuto il pallone dal terzino azzurro Mussi, supera Rufai con un preciso piatto destro rasoterra molto angolato che la difesa della Nigeria non riesce ad intercettare per un soffio e l’Italia pareggia portandosi sull’1-1. Nei supplementari la Nigeria, comprensibilmente frustrata e incapace di sfruttare anche la superiorità numerica, viene estromessa da un rigore del ‘Divin Codino’ realizzato con un tiro molto angolato, che si insacca dopo aver colpito il palo interno, e concesso dall’arbitro Carter al minuto 101 per un fallo di Eguavoen su Benarrivo. Ridotta in 9 per i crampi di Mussi, l’Italia resiste fino al 120º, dopo un salvataggio decisivo quasi sulla linea di porta di Dino Baggio, e vince con il punteggio finale di 2-1. Dopo aver anche sfiorato il 3-1 con Massaro, gli azzurri si qualificano ai quarti di finale.
Ai quarti di finale all’Italia tocca la Spagna, che ha tre giorni di riposo in più degli azzurri. Gli iberici, disposti con uno schieramento molto prudente dal CT Javier Clemente, affrontano un’Italia ancora cambiata nella formazione: in porta torna Pagliuca dopo l’espulsione, Conte sostituisce Signori e in difesa Tassotti sostituisce Mussi. Al 25º Dino Baggio, con un gran tiro ben angolato, calcia da posizione centrale il pallone da fuori area dopo il preciso assist di Donadoni, portando meritatamente in vantaggio l’Italia dopo un ottimo avvio di partita degli azzurri. Il primo tempo si chiude col punteggio di 1-0. Nella ripresa al 13º la Spagna ottiene il pareggio grazie ad un tiro di Caminero deviato da Benarrivo. Pagliuca salva il risultato sul tiro a botta sicura di Salinas e poco dopo avviene un altro salvataggio sulla linea di porta con Costacurta. All’82° il portiere spagnolo salva la sua porta sul potente e preciso tiro del centrocampista azzurro Nicola Berti. Al 42º del secondo tempo il trequartista azzurro Giuseppe Signori, dopo aver ricevuto il pallone da Berti, serve in profondità Roberto Baggio, che dribbla Zubizarreta e in prossimità della linea di fondo campo mette la palla in rete, riportando in vantaggio gli azzurri con il punteggio di 2-1. Nei minuti di recupero Tassotti colpisce dentro l’area di rigore azzurra lo spagnolo Luis Enrique con una gomitata in faccia: sarebbe calcio di rigore ed espulsione, ma l’arbitro ungherese Sándor Puhl non assume alcun provvedimento. Successivamente, grazie alla prova tv, Tassotti viene squalificato per otto turni, decretando per lui la fine della carriera in azzurro. Il risultato del quarto di finale rimane fermo sul 2-1 fino alla fine della partita e l’Italia approda con merito in semifinale. In semifinale l’Italia affronta la Bulgaria. Torna titolare Berti per Conte, Casiraghi toglie il posto a Massaro. Albertini guida l’Italia all’assalto nella prima mezz’ora: al 20° rimessa di Donadoni, palla a Roberto Baggio che salta Jankov e Hubčev e spedisce la palla nell’angolo basso alla sinistra di Mikhailov con un tocco raffinato di destro che disegna una parabola precisa e imprendibile per la rete dell’1-0. Questa è una delle reti più belle del mondiale americano in quanto realizzata con una giocata di qualità e di fantasia. L’Italia gioca molto bene nel primo tempo: Albertini prima colpisce un palo in pieno da 25 metri dopo l’assist di Roberto Baggio, poi impegna in angolo Mikhailov con un elegante pallonetto, quindi fornisce un preciso assist a Roberto Baggio, che sembra chiudere i conti con gli avversari portando con una doppietta l’Italia sul 2-0. Il secondo gol Roberto Baggio lo realizza con il destro, di interno pieno, che diventa un tiro in diagonale che si insacca nell’angolo alla destra del portiere Mikhailov. Donadoni e Maldini sprecano alcune nitide occasioni da gol per mettere il terzo sigillo alla vittoria e al 44° Sirakov, atterrato in area da Pagliuca, provoca il rigore che riapre la partita, trasformato da Stoičkov. È 2-1. Nel secondo tempo gli azzurri si difendono con ordine, il risultato di 2-1 non cambia e la partita si conclude così con l’Italia vittoriosa e qualificata alla finale, nonostante l’infortunio di Roberto Baggio, sostituito nella ripresa da Signori. Il difensore centrale azzurro Costacurta viene ammonito durante la partita ed essendo diffidato salterà per squalifica la finale.
A contendere il titolo all’Italia, a Pasadena, sarà il Brasile, che a sua volta in semifinale supera di misura la Svezia per 1-0: Romário spreca due palle-gol nel primo tempo, Zinhoviene fermato da Ravelli nella ripresa e, dopo l’espulsione di Thern al 63º, a dieci minuti dalla fine, Romário mette di testa in rete il pallone del successo su un cross di Jorginho. Italia e Brasile si affrontano nuovamente in finale ai Mondiali 24 anni dopo la gara di Città del Messico vinta dai verdeoro per 4-1. La finalissima tra Italia e Brasile, si gioca in California a Pasadena, alle ore 12:30 in un caldo torrido e in un sostanziale equilibrio, con le due nazionali tatticamente molto ben disposte sul campo. Al 18° del primo tempo sfuma una grande occasione da rete degli azzurri: il centravanti Daniele Massaro cerca di portare in vantaggio la nazionale azzurra, ma il portiere brasiliano Taffarel compie una parata determinante; in seguito Branco mette in difficoltà Pagliuca con una punizione. Il caldo del Rose Bowl di Pasadena (36 gradi, 70% di umidità) rende le squadre fiacche e stremate. Sei minuti dopo Donadoni serve Baggio, che, solo davanti a Taffarel, conclude alto. Mussi deve uscire per infortunio e il ct Sacchi inserisce al suo posto il difensore centrale Apolloni, con Paolo Maldini che ritorna a giocare da terzino. Il primo tempo si chiude sullo 0-0. Nel secondo tempo, dopo una mezz’ora di grande equilibrio, il portiere azzurro Pagliuca para ma non trattiene un insidioso pallone, calciato da fuori area dal brasiliano Mauro Silva. Il pallone si stampa sul palo e il risultato resta sullo 0-0 fino al 90°, così si va avanti a oltranza. I due tempi supplementari riservano poche emozioni: Sacchi non toglie Roberto Baggio, ma mette Evani per Dino Baggio. Il brasiliano Romário sciupa una nitida palla goal per il Brasile calciando fuori il pallone nel secondo tempo supplementare. Il risultato di 0-0 non cambia nemmeno nei tempi supplementari e, per la prima volta nella storia, l’assegnazione della Coppa del Mondo viene decisa ai rigori. Il primo a tirare è Franco Baresi: il tiro finisce alto. Pagliuca respinge il tiro di Márcio Santos, mantenendo la parità. Albertini segna, Romário colpisce il palo interno e la palla entra, tra la disperazione di Pagliuca; Evani non sbaglia, calciando centralmente sotto la traversa, e Branco calcia nell’angolino spiazzando Pagliuca. Al quarto rigore Massaro tira male e il portiere brasiliano Taffarel respinge il tiro centrale leggermente angolato sulla destra; il capitano brasiliano Dunga non sbaglia, spiazzando Pagliuca. A questo punto il Brasile, a un tiro dalla fine, si trova in vantaggio per 3 a 2 e per vincere basta che il suo ultimo rigorista faccia gol. Non si arriva, però, all’ultimo rigore dei brasiliani, perché Roberto Baggio tira alto il quinto e ultimo rigore degli azzurri. I rigori si chiudono sul 3-2 per i verdeoro. Il Brasile vince il Mondiale, diventa “tetracampeão” (quattro volte campione) e dedica la vittoria al campione automobilistico di Formula Uno Ayrton Senna, morto a Imola il 1º maggio di quello stesso anno.
Davide Piteo