di Marco CAPPELLINI | 26 ottobre 2013
Follow @MarcoKappellini
Al Camp Nou torna protagonista il Calcio con la C maiuscola. Ad aggiudicarsi il match è il Barcellona, che batte il Real Madrid 2 a 1: il premio per i blaugrana è distanziare le merengues di sei punti e raggiungere in solitaria la vetta della classifica.
Al Camp Nou non si gioca una partita, si gioca il “CLASICO”, ovvero l’evento(calcisticamente parlando, ma per molti non solo…) più importante di Spagna. Abbandonati i toni polemici degli anni passati e le “ditate negli occhi” di stampo mourinhano, si torna a parlare di Calcio, quello con la C maiuscola. È un Clasico con molte facce nuove, a partire dai due allenatori e dai neo-acquisti Neymar e Bale, senza scordare le certezze chiamate Messi e Ronaldo.Gerardo Martino e Carlo Ancelotti scelgono un esordio con sorpresa, apportando novità non di poco conto all’undici titolare. Lato Barcellona, il Tata schiera Fabregas come “falso nueve”, posizionando Messi sul lato destro, come ai tempi di Rijkaard. Carletto osa di più: sceglie lo stesso 4-3-3 dei catalani dando il ruolo di falsa punta a Bale e mettendo Sergio Ramos davanti alla difesa. Questa scelta, inizialmente, funziona: il capitano (Casillas è in panchina) schiaccia la linea mediana su quella difensiva soffocando il gioco avversario. Il Real, però, davanti fatica: Bale azzarda un tiro che preferirà dimenticare.Se non altro è l’unico che ci prova. Poi, al 18’, le cose cambiano: Iniesta (il migliore finora) scava un buco nel centrocampo avversario e serve Neymar che, a sua volta, trova l’unico posticino possibile per far passare il pallone e, aiutato da una deviazione, segna l’1-0. E da qui in poi è un’altra partita. Il Real si scompone e il Barcellona ne approfitta: Iniesta inventa un’altra volta un passaggio che sa “poco di umano”, ma Messi si divora il raddoppio. La presenza di Ramos davanti alla difesa diventa ingombrante ora che il Real ha bisogno di ripartenze veloci, e quelle poche che riesce a trovare vengono bloccate da un Barcellona stranamente attento alla fase difensiva. Per sbloccare la situazione serve un guizzo, che Cristiano Ronaldo, finora non pervenuto, trova al 43’: in un lampo fa fuori Dani Alves, Khedira tenta il tap-in, Valdes mura e la palla carambola sul braccio con cui Adriano si appoggia a terra.Il Real chiede un rigore che non c’è. E tra le polemiche si va negli spogliatoi.
Inizia il secondo tempo, ma non cambia nulla. La prima emozione arriva a l53’: Iniesta, ormai stufo di primeggiare nel “semplice giuoco del calcio”, si trasforma in kicker di football americano e lancia lunghissimo (per la gioia del Tata) pescando Neymar, tiro di prima e Diego Lopez para. Il Real non reagisce, e Ancelotti è costretto a quel cambio che probabilmente tutta Madrid gli sta chiedendo: fuori Ramos e dentro un regista, Illaramendi. È il 57’, e Iniesta fa l’unica cosa possibile per stupire ancora: “pecca di umanità”perdendo una palla clamorosa nella propria metà campo. CR7 ne approfitta e troverebbe anche il pareggio, se non fosse per Valdes, che forse ha scelto il modo migliore per disputare quello che è probabilmente il suo ultimo Clasico al Camp Nou. La partita si infiamma, e gli allenatori fanno le loro mosse: Carletto cerca più incisività inserendo Benzema per Bale, Martino risponde mettendo Sanchez al posto di uno spento Fabregas. È il 70’e siamo in area catalana quando Mascherano dà una spallata a Ronaldo facendolo cadere a terra. L’arbitro non fischia, ma questa volta il rigore c’era. The show must go on, e Benzema fa partire un bolide dal limite dell’area su cui nulla può Valdes: solo la traversa gli nega il goal. Il Real è finalmente in partita eil Barcellona si risveglia inventando giocate che ricordano i tempi andati. Il giovane Jesè entra per Di Maria, poi è standing ovation per Iniesta, sostituito da Song per dare spessore al centro campo. E proprio mentre il Real dà tutto se stesso, Sanchez inventa il 2-0: braccato da due difensori al limite dell’area, vede Diego Lopez (stranamente) fuori dai pali e pennella uno splendido pallonetto che scivola in rete, mostrando a tutti quanti che il soprannome “Niño Maravilla” non gli è stato dato così per caso.È il minuto 78, ma guai a credere che tutto sia finito. Il Rea lci mette l’orgoglio e il Barcellona continua con la fase amarcord del tiqui-taqa (quello vero). Arriva il 90’ e inizia il conto alla rovescia prima della festa. Ma Messi, con straniante leggerezza, perde palla, Ronaldo la recupera e inizia a correre così veloce che sembra non toccare l’erba. CR7 serve Jesè che riesce in quella missione finora impossibile:gonfiare la rete diValdes. È 2-1. Tre minuti finali di fuoco? No, perché come nel basket i catalani affidano palla all’uomo migliore, Messi ovviamente, che la tiene ben lontana dalla propria porta. E si sa, se nel calcio fai fallo, il tempo non si ferma. Triplice fischio e vittoria del Barcellona per 2-1.
Quel rigore non dato forse avrebbe riaperto la partita, ma non c’è dubbio alcuno che la prestazione dei catalani sia stata superiore. Bilanci: Neymar meglio di Bale, anche se la partita del gallese non è da buttare; Messi e Ronaldo alla pari, in quanto meno stellari del solito; e il Tata Martino fa probabilmente rimpiangere ad Ancelotti qualche scelta fatta. Se non lo farà lui, possiamo scommettere che a Madrid ci siagià qualcuno pronto a farlo al posto suo. Il bilancio più importante di questo Clasico è vedere a fine partita i giocatori delle due squadre che si abbracciano: chi ha trionfato veramente a Barcellona è il Calcio.
Lo scontro tra Atlético e Betisha chiuso la domenica della Liga. A Madrid non c’è partita: la gara si chiude con una “manita” dei colchoneros. Apre le danze, dopo soli 15 secondi, Oliver Torres: niente male come esordio! Nel primo tempo non mancano all’Atlético occasioni per il raddoppio, che però non trova. Terminata la pausa, i ragazzi del Cholo rientrano in campo più agguerriti che mai: David Villa fa doppietta (53’ e 57’), poi segna Diego Costa al 65’ e Gabi, al 92’, sigilla il 5-0 finale. L’Atlético tiene il passo del Barcellona, avanti di un solo punto. La vittoria dei colchoneros rende ancora più amaro il fine settimana del Real Madrid, che si ritrova con ben cinque punti in meno della squadra di Simeone.
LE ALTRE PARTITE – Il primo anticipo del sabato ha visto uno scontro nella parte bassa della classifica: tra Rayo Vallecano e Valladolid ne esce vincente quest’ultimo, che surclassa con 3 reti a 0 i padroni di casa. Anche quello tra Malaga–Celta è stato un incontro da zona retrocessione: gli ospiti hanno umiliato il Malaga (che quest’anno non riesce proprio a girare) con 5 reti a 0. Il Granada vince in casa dell’Elche grazie al goal di Iturra: il dato curioso è che gli andalusi, pur avendo l’attacco peggiore della Liga (solo 6 goal all’attivo), sono al dodicesimo posto con 11 punti. Basta pensare che l’Almeria, che chiudela classifica con 3 punti, ha segnato 11 goal, anche se, però, non ha mai vinto: in questa decima giornata perde 3-0 in casa della Real Sociedad. Il Levante batte 3-0 (e sorpassa) l’Espanyol, che nella scorsa giornata aveva saputo infliggere la prima sconfitta all’Atlético. Il Sevilla batte 2-1 quell’ Osasuna che ha saputo fermare il Barcellona ma che continua a occupare la penultima posizione in classifica. Nel derby valenciano,il Villareal mantiene salda la quarta posizione vincendo 4-1 contro il Valencia, fermo a metà classifica.
Come ormai è consuetudine, si gioca anche il lunedì sera:lo scontro tra Getafe e Athletic chiuderà questa decima giornata. Poi, tra martedì e giovedì, la Liga scenderà nuovamente in campo: appuntamento infrasettimanale con l’undicesima giornata!
Lascia un commento